lunedì 24 novembre 2014
mercoledì 19 novembre 2014
Sakura.
Sin dalle prime spedizioni verso il lontano Oriente fino ad arrivare al
periodo dei grandi imperi coloniali europei, gli esploratori e gli
antropologi del tempo osservarono con estremo interesse la cura nei
confronti della natura e in particolar modo dei fiori che le popolazioni
orientali mostravano. In molti palazzi nobili Ottocenteschi del vecchio
continente si possono infatti notare decorazioni in stile asiatico che
raffigurano l'osservazione dei fiori di ciliegio, simbolo di buon
auspicio e di pace interiore. L'Hanami è infatti la celebrazione della
rinascita della natura espressa al meglio dai fiori di ciliegio, ma
anche della presa di coscienza della loro caducità. Il fiore di ciliegio
infatti fiorisce in breve tempo e altrettanto velocemente lascia
l'albero per riconciliarsi al suolo. L'osservazione dello spettacolo
rappresentato dalla caduta dei fiori spinge i giapponesi a riflettere
sul valore effimero della vita. Il fiore di ciliegio, delicato e
fragile, ma allo stesso tempo tenace nella sua perfezione, rappresenta
la bellezza e la caducità degli uomini al mondo. Il ciclo vitale del
fiore di ciliegio è dunque quello delle persone stesse: si nasce, si
vive nello splendore e poi si lascia l'albero per morire e riconciliarsi
pacificamente con il suolo, ossia il luogo da cui proveniamo. Il fiore
di ciliegio, o Sakura nella lingua giapponese, richiama nella sua
simbologia l'intera filosofia giapponese legata alla cultura della
pazienza, del rispetto della natura e della pace interiore. L'Hanami non
è infatti una celebrazione dai toni tristi (vista appunto
l'osservazione della catura dei fiori) ma un momento di grande festa per
i giapponesi.
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